La nostra storia

Il 14 febbraio 1971 veniva costituita a Roma Confesercenti, la Confederazione Italiana Esercenti Attività Commerciali, Turistiche e dei Servizi (questa è la denominazione ufficiale dell’organizzazione), alla presenza di tremila operatori e delegati di tutta Italia. A livello nazionale entrarono a far parte della Confesercenti UnCIC (l’Unione Confederale Italiana Commercianti), ANVAD (l’Associazione Nazionale Venditori Ambulanti e Dettaglianti), FAIB (la Federazione Autonoma Italiana Benzinai) e FIARC (la Federazione Italiana Agenti e Rappresentanti di Commercio).

A Rimini il 7 marzo 1971, alla presenza del Segretario Regionale Confesercenti Gianni Martinelli, si tenne l’assemblea per l’approvazione dello statuto della “Federesercenti Circondariale di Rimini” (“Federazione Esercenti Attività Commerciali e Turistiche del Circondario di Rimini” è la denominazione completa), della quale entrarono a far parte l’Associazione Piccoli e Medi Commercianti ed Esercenti del Circondario di Rimini, aderente all’UnCIC; l’Associazione Romagnola Piccola Industria Alberghiera (ARPITA) del Circondario di Rimini, aderente all’UnCIC; l’ANVAD; il Sindacato Benzinai del Circondario di Rimini, aderente alla FAIB; il Sindacato Agente e Rappresentante di Commercio del Circondario di Rimini, aderente alla FIARC.
La prima sede fu a Rimini in Via Giordano Bruno n. 28, in locali affittati congiuntamente all’Associazione Artigiani aderente alla CNA. La Federesercenti nasce come parte integrante della Confederazione Esercenti Attività Commerciali e Turistiche (con sede a Roma, allora in Via del Policlinico n. 131), ed instaura subito un rapporto di reciproca collaborazione e coordinamento con la Federesercenti provinciale di Forlì.

Il primo Segretario circondariale fu Dall’Ara Giordano mentre il primo Presidente circondariale fu Righi Rino, con Maioli Quinto e Ricciotti Guido come Vicepresidenti. Oltre a loro, entrarono a far parte dell’Ufficio di Presidenza Fusconi Giovanni, Polverelli Vittorio e Righini Bruno. Il primo Congresso circondariale si tenne nella Sala dell’Arengo il 28 febbraio ’72, e nel gennaio del ’73 si decise di pubblicare un periodico denominato “Progresso Commerciale”.
I primi anni di attività furono veramente entusiasmanti, perché l’intenso lavoro sindacale avvicinava alla neonata associazione aziende commerciali che mai avevano avuto contatti con un sindacato di categoria. Grande comunque era la volontà di adesione da parte di soggetti che riconoscevano negli obiettivi sindacali posti da Confesercenti le proprie esigenze e i propri interessi.

Furono anni pionieristici giocati più sulla voglia di fare e sulla protesta che sull’innovazione tecnologica, che d’altra parte era ancora di là da venire. Furono gli anni delle rivendicazioni nette sostenute dalla mobilitazione generale della categoria: il 18 aprile 1971 tutte le attività commerciali effettuarono la chiusura completa di 24 ore (a Roma lo sciopero era stato già effettuato il 15 aprile) per chiedere la riforma del commercio, la riforma sanitaria, la riforma tributaria, la riforma della casa e la riforma del credito, e per protestare contro i ritardi della legge sulla disciplina del commercio.

I dettaglianti furono ancora protagonisti di un altro grande sciopero nazionale di protesta contro il Caro Vita il 12 gennaio 1973; le richieste erano quasi le stesse: no al caro prezzi, si al credito agevolato, no ai supermercati del monopolio e si a una politica di riforme. Il 1° marzo ’73, in concomitanza ad un’altra grande manifestazione romana, i commercianti riminesi chiusero i loro negozi per mezza giornata. Il 27 maggio del 1973 si tenne una memorabile manifestazione per le vie di Roma, alla quale parteciparono oltre 200.000 commercianti provenienti da tutta Italia, organizzata allo scopo di sollecitare le riforme. Da Rimini partirono ben 2 pullman di commercianti e lo scopo fu raggiunto: Confesercenti era diventata un interlocutore col quale si dovevano fare i conti. Con la legge di riforma viene introdotto il concetto di programmazione commerciale attraverso i Piani di sviluppo e adeguamento della rete distributiva, a suo tempo duramente contestati, perché introducevano elementi di apertura per la grande distribuzione.

Con l’iscrizione al REC, il registro esercenti il commercio, viene introdotto il concetto di qualificazione professionale anche per i commercianti e l’associazione si attrezzerà per corrispondere a questa esigenza costituendo il proprio centro di formazione. Sempre in quegli anni si comincia a parlare di riforma fiscale; la vecchia “Vanoni” andrà presto in pensione sostituita da nuove imposte dirette e indirette. Dopo un corso di preparazione ai funzionari la struttura sarà in grado di affrontare dal 1° gennaio 1973 l’IVA e le altre incombenze tributarie.

Nel corso degli anni ’70 e primi anni ’80, Confesercenti ha avuto un’idea grandiosa e un ruolo determinante nel promuovere assieme a CONAD l’associazionismo alla vendita fra dettaglianti. L’idea fu di quelle rivoluzionarie: si trattava di mettere assieme i commercianti per gestire punti vendita più grandi e organizzati, superando la loro naturale individualità. Fu una scommessa storica che fu ben ripagata dall’enorme sviluppo di questa formula che attesta oggi il gruppo d’acquisto CONAD fra i più grandi distributori nel settore alimentare.
Tra quelli che si ricordano, in quegli anni furono inaugurati: a Rimini il CODEAS in Via Pintor (29.06.75) e il Superconad COVIGNANO (24.8.78); a Bellaria il Centro Distribuzione Conad “MERCURIO ADRIATICO” (già UCABIM il 24.10.76); a Riccione il Supermarket Conad ABISSINIA (1978); a Morciano il Superconad VALCONCA (14.11.78).

Con l’inizio del 1972, Confesercenti trasferì i suoi uffici in Via Sigismondo n. 75, e andò a posizionarsi in tutta la provincia con le sezioni circondariali di Bellaria, Cattolica, Riccione, Rimini, Santarcangelo e Verucchio.

Con a capo della struttura locale il Segretario di zona, una figura a metà fra il politico e il tecnico, e alcuni giovani impiegati veniva garantito un servizio completo alle attività commerciali che comprendeva il disbrigo di tutte le pratiche amministrative e fiscali che pendevano sulle aziende. Le lotte per ottenere migliori condizioni di lavoro per il settore continuarono anche negli anni successivi. Uno dei problemi più sentiti era quello della ricerca di credito agevolato allo scopo di sostenere lo sviluppo e la trasformazione delle aziende: già dall’ottobre del ’73 Confesercenti riuscì ad attivare una convenzione per il credito agevolato alle imprese e nel 1975 diede vita alla Cooperativa di Garanzia Fidi.

Nei primi anni ’80 esce il decreto Marcora, subito contestato dalla nostra associazione perché conteneva forti agevolazioni per le grandi strutture di vendita (non veniva considerato raddoppio di superficie di vendita del negozio se mancava un metro quadro per raggiungere tale raddoppio). Parte da qui la deregulation nel commercio che porterà negli anni successivi all’apertura di grandi strutture, come gli ipermercati, e alla conseguente contrazione dei piccoli negozi destinati a chiudere a migliaia negli anni successivi.

Con l’introduzione della legge Visentini nel 1985 si avrà una nuova fase di crescita della Confesercenti che, pur contestando la legge, deve attrezzarsi per adempiere a questi nuovi obblighi burocratici, assumendo nuovo personale ed acquistando computer ed attrezzature elettroniche.
Numerosissime le lotte condotte dall’associazione a tutela della categoria, tali e tante che non sono riassumibili in poche righe. Fra queste, nel 1995, quella contro i referendum che proponevano la liberalizzazione delle licenze commerciali e degli orari dei negozi e quella del 18 ottobre dello stesso anno che vide la chiusura completa dei mercati e sfilare per Roma circa 40.000 ambulanti provenienti da tutta Italia. Importanti anche le campagne contro l’abusivismo e la criminalità. Dal 1991 opera “SOS Impresa”, l’associazione antiracket e antiusura promossa dalla Confesercenti, che si pone l’obiettivo di difendere gli esercenti sottoposti a minacce ed estorsioni da parte della criminalità organizzata.

Con l’introduzione dell’IVA, del 740 per la nuova dichiarazione dei redditi, degli adempimenti amministrativi e formativi previsti dalla nuova legge sul commercio, già nel dicembre del 1971 si pone il problema della migliore organizzazione degli uffici e della necessità di aumentare il personale per i servizi amministrativi: i pochi dipendenti della Confesercenti non bastavano più a soddisfare le complesse esigenze delle imprese commerciali.

Molte le iniziative organizzate da Confesercenti per conquistare migliori condizioni di lavoro per gli associati e per tutti i commercianti. Ce ne sarebbe abbastanza per scrivere un libro sull’argomento e forse in futuro varrà la pena di pensarci. Vogliamo però citare l’approvazione nel 1994 di una legge regionale che erogava, ed eroga tuttora, finanziamenti agevolati a sostegno dell’imprenditoria commerciale. Quella legge ce la siamo conquistata, raccogliendo le firme necessarie per la presentazione di una proposta di legge d’iniziativa popolare che vide il coinvolgimento di tutti i commercianti della regione.

Nei tempi più recenti l’Associazione è sempre impegnata sul fronte della difesa dei legittimi interessi delle categorie che in essa si riconoscono, pur cercando di restare integrata nei complessi rapporti che caratterizzano la società moderna. Le ultime battaglie sono legate all’approvazione della legge di riforma del commercio e ai relativi regolamenti locali. Molto c’è ancora da fare anche per produrre i necessari aggiustamenti alla normativa che riguarda le vendite sottocosto e le vendite promozionali. Ad un sindacato di categoria puramente rivendicativo come fu Confesercenti trent’anni fa, si è affiancato, nel corso degli anni, un sindacato propositivo e formativo che vuole pilotare gli associati verso lo sviluppo e la crescita aziendale.

Le piccole e medie imprese costituiscono l’asse portante dell’economia italiana. In questo contesto la Confesercenti rappresenta uno strumento importante ed incisivo di tutela e di evoluzione della piccola e media imprenditoria. Lo sviluppo economico, la solidità delle imprese e la crescita dell’occupazione, rappresentano gli obiettivi centrali della Confederazione, che avanza proposte per orientare le pubbliche istituzioni verso scelte ottimali che tengano conto della peculiarità delle esigenze della parte fondamentale del mondo produttivo. La priorità e gli strumenti necessari sono rappresentati dalla definizione di un sistema fiscale equo e semplice, e da effettive possibilità di accesso al credito. Da qui, la necessità di proseguire anche in futuro nel disegno di un’organizzazione sempre più moderna e dinamica, che verifichi la propria capacità di raccolta di consensi sulla base dell’elaborazione di una linea strategica volta a creare un sistema di imprese sempre più moderno e competitivo.